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"Scripta volant": dal 30 maggio a Palazzo Turchi di Bagno la mostra di Giorgio Cattani

28-05-2024

“Scripta volant” è la mostra di Giorgio Cattani che da giovedì 30 maggio alle ore 18, data e orario dell’inaugurazione, sarà ospitata nel Salone delle Mostre Temporanee di Palazzo Turchi di Bagno (C.so Ercole I D’Este, 32).

L’esposizione, visitabile fino al 30 giugno, tutti i giorni dalle 10 alle 18, è curata dalla Professoressa Ada Patrizia Fiorillo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

Il riferimento alla parola, destabilizzata rispetto alla nota massima, non è che il primo aspetto sul quale si propone questa esposizione che poggia sull’allestimento come parte nodale dello stesso concept progettuale voluto dall’artista.

Si tratta di una struttura edile di tubi innocenti, posta al centro della sala, dalla quale penzolano grandi fogli di carta stampati a plotter, impressi di parole e immagini, a fianco dei quali, lungo il suo corpo, trovano posto opere dipinte di diverso formato. Si ripropone in tal senso l’attitudine installativa dell’artista, salvo dover considerare le motivazioni che essa racchiude, in relazione alle emergenze del mondo, allo stato di precarietà, al paesaggio di rovine nel quale siamo immersi come spettatori inermi.

La mostra rappresenta un ulteriore tassello delle attività svolte nell’ambito della Terza Missione dal Sistema Museale di Ateneo - SMA “sempre disponibile – commenta la Presidente Ursula Thun Hohenstein – ad accogliere progetti che aprono a competenze e discipline diverse, nella certezza che la missione di coinvolgimento del pubblico oltre le aule accademiche possa venire soprattutto dal confronto e dagli stimoli, come nel caso di questa singolare mostra dell’artista Giorgio Cattani”.

“Puntando sull’effetto della contraddizione – scrive Ada Patrizia Fiorillo nel giornale-catalogo stampato per l’occasione – Cattani recupera la parola che, nel suo valore di significato e di significante, è elemento ricorrente nella sua esperienza. L’opera proposta si veste però oggi di allarme. Questi scripta volant che suonano contro l’ovvietà, l’omologazione, la rassegnazione, la certezza, posti in stretta relazione con le altre pagine narrative, vivono infatti in una scena, un fermo immagine, bloccata al punto del non-finito, di un tempo di attesa dove ogni cosa si confonde, il bello con il brutto, l’alto con il basso, le verità con le illusioni. Un’installazione che, rimanendo fedele al proprio linguaggio e al proprio vivere emotivo, egli affronta, questa la nota interessante, dall’ottica di una circolarità. Si tratta di un’opera nella quale l’artista evita infatti un tempo lineare, a favore della simultaneità. Nega date, didascalie, riferimenti, invitandoci, in qualche modo, a superare il dettaglio, l’iconografia, le stesse parole. È il tempo non finito della storia quello nel quale Cattani si introduce e ci introduce con il nostro essere incompiuti e alla costante ricerca di una finitezza, di un appagamento che può, forse, venire solo dalla coscienza, dall’armonia, dalla bellezza”.

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