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“La Storia nascosta”: gli studenti del Liceo Roiti raccontano Giuseppe Bassani con il MEIS
Un progetto scolastico per non dimenticare: gli studenti della classe VªN del Liceo Scientifico A. Roiti di Ferrara hanno collaborato con il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS per dare vita a “La Storia nascosta”, un’iniziativa dedicata alla memoria di Giuseppe Bassani, ebreo deportato durante la Shoah e oggi ricordato da una pietra d’inciampo posata a Ferrara, in Via Mazzini 88.
La Storia nascosta Come riallacciare il filo della memoria.
Siamo entusiasti di raccontarvi una profonda e sfortunata storia di un uomo ferrarese poco noto. Tre newsletters: documenti d’archivio, l’importanza della radio nella sua vita e l’intervista a un suo vicino parente…
Un breve ma incisivo approfondimento sulla figura di Giuseppe Bassani realizzata da giovani studenti che coinvolgerà lettori di tutte le età.
Enrico Fink è un compositore e musicista italiano, noto per il suo lavoro sulla cultura ebraica. Ha richiesto, in quanto pronipote di Giuseppe Bassani, alcune Pietre d’Inciampo per i suoi familiari deportati, unendo musica e memoria storica nel suo impegno artistico e civile.
Abbiamo avuto l’onore di incontrare il compositore il 9 Gennaio 2025. In occasione dell'intervista, abbiamo posto a Enrico Fink domande sia sul suo percorso personale, per capire la sua identità e il suo rapporto con la cultura ebraica, sia sulla storia della sua famiglia, per approfondire le vicende che l'hanno segnata e il significato della memoria.
Quale era il suo legame con Giuseppe?
“Mio padre Guido stimava profondamente Giuseppe. Mi raccontava, ad esempio, che possedeva una collezione di francobolli alla quale era molto affezionato, amava toccarli per riconoscerli (era cieco). La musica mi ricorda costantemente Giuseppe in quanto lui ebbe uno scambio epistolare con l’etnomusicologo Abraham Zevi Idelsohn che ad oggi ammiro molto”.
Quali ricordi familiari le sono rimasti impressi?
“Una storia che mi ha colpito è stato venire a conoscenza della sua cecità, conseguenza della Grande guerra. Inoltre, ho sempre ammirato il rito ebraico ferrarese che contiene molti elementi cantati. Questo rito è stato parte integrante della vita di Giuseppe”.
Quando scoprì che la storia della sua famiglia sarebbe diventata la sua missione?
“Il momento chiave fu quando mia nonna Laura morì, io avevo vent’anni, da quel momento capii che era necessario rendere la memoria dei miei familiari una memoria attiva. Inizialmente volevo diventare astrofisico ma dopo questo momento ho deciso di ascoltare l’artista che era in me e cercare profondamente le mie radici. Infatti, il mio percorso musicale e teatrale nasce per raccontare attivamente la memoria, lo racconto anche nel mio ultimo libro: Patrilineare- Una Storia Di Fantasmi”.
Parliamo di come sua nonna e suo padre riuscirono a salvarsi, purtroppo sappiamo che furono gli unici della famiglia.
“Mia nonna Laura seppe della rappresaglia che sarebbe avvenuta e decise di scappare con Guido, suo figlio, mio padre. Si nascosero, con l’aiuto di alcuni documenti falsi, in un casolare ad Albarea e, fortunatamente, si salvarono”.
Un consiglio per le nuove generazioni per preservare la memoria perché “conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”
“Innanzitutto, la memoria deve essere indipendente dalle vittime in quanto deve condannare i carnefici. Ricordiamoci che sono stati i nostri connazionali ad essere stati uccisi, spesso, purtroppo, da altri connazionali: noi italiani abbiamo accettato che il razzismo diventasse regime di stato. L’attenzione alla cultura ebraica è sicuramente importante ma non deve essere il tema centrale, ciò che conta davvero è il rispetto e la tutela della nostra democrazia, questo è ciò che vorrei trasmettere ai ragazzi”.
Infine, parliamo del progetto Pietre d’inciampo:
“Pietre d’inciampo è sicuramente un progetto di grande valore volto a mantenere la memoria lasciando un segno permanente all’interno della città. Il lavoro di ricerca che hanno svolto i ragazzi è meticoloso e ammirabile perché va a scavare nel profondo della memoria”.
Laura Cattaneo, Francesco Benassi, Federico Brunelli, Riccardo Ghelli, Andrea Zucchi, Lorenzo Gabrielli, Giacomo Munari