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Martedì 6 dicembre alle 21.00 in Sala Estense sarà presentatop il secondo finale di un laboratorio teatrale realizzato con operatori ed ospiti del Centro Diurno Socio-riabilitativo La Ginestra, che conduco da qualche anno per la Coop.va Serena. Il lavoro è il risultato dell'attività di laboratorio 2015-2016: LA SOCIETÀ A TEATRO - IX edizione: teatro, musica, workshop, cinema e fotografia, per incontrare il Sociale attraverso le arti performative e visive
Pareidolia
Quante volte vi siete fermati a guardare una nuvola, cercando di vedervi la forma di un animale, i tratti di un volto, o qualunque altra cosa di già conosciuto? Magari lo avete fatto anche guardando una macchia sul muro, un’impronta sulla sabbia, un’incrostazione sulla caffettiera, o una persona….
Appunti per il pubblico
Abbiamo bisogno di crescita economica? Si. Forse. Ma oltre ad indici di crescita abbiamo bisogno di indici di cultura e di condivisione. Indici di attenzione. Dove sono gli indici di attenzione? Partecipare a questo spettacolo è un indice di attenzione? Attenzione a chi cade, attenzione ai ragazzi che crescono, attenzione a chi mi siede accanto, anche questa sera, anche se non lo conosco. Attenzione ai piccoli gesti, anche se non ne capisco il senso. Attenzione ai poteri che ci tengono in riga, e al coraggio di chi si ribella, a modo suo. Attenzione al silenzio, sparso come semi sulla platea. Attenzione ad una macchia sul muro, ad una nuvola che sembra ferma invece cambia. Attenzione a non pensare immutabile chi riceve le nostre cure, e a non pensare immutabili le sue esigenze. Perché anch’esse cambiano. Silenziosamente, ma cambiano. Come le nuvole. Attenzione alle vite che non fanno rumore, e a quelle che ne fanno tanto. Attenzione all’immaginazione, unico luogo ove siamo tutti liberi di essere, e di fare, e di fare anche l’amore che non ci lasciano fare. Perché integriamo i più fragili ai più forti e non integriamo i più forti ai più fragili? Oggi essere ribelli significa essere diversi senza far rumore, togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, tacere più che parlare. Dare valore al silenzio, al buio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza. Il desiderio di cambiamento è diffuso e trasversale, oggi. Il laboratorio di teatro con persone e fra persone così diverse tra loro, ci fa accorgere degli strati di pelle artificiale sotto i quali copriamo noi e gli altri, disallenando la nostra pelle originaria a provare le emozioni per cui era destinata. Cambiare è mutare in qualcosa di diverso da ciò che siamo già. Esempi di diversità a cui ispirarsi sono presenti ovunque, anche su questo palco. Dove vedrete attori portatori di una condizione divergente innata. Una condizione controcorrente inconsapevole, al naturale. Non superabile, non omologabile, non allineabile se non con la forza. Una forza che noi non useremo, se non per provare a cambiare noi stessi.