Dove sei: Homepage > Tempo libero > Notizie Tempo libero > CS Teatro: LA VITA FERMA A OCCHIOBELLO
Teatro Comunale di Occhiobello - Venerdì 9 dicembre - ore 21
La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo, scritto e diretto da Lucia Calamaro con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua una produzione: SardegnaTeatro, Teatro Stabile dell’Umbria in collaborazione con: Teatro di Roma, Odéon – Théâtre de l’Europe, La Chartreuse - Centre national des écritures du spectacle e il sostegno di: Angelo Mai e PAV
Secondo appuntamento della stagione di prosa al Teatro Comunale di Occhiobello, venerdì 9 dicembre, alle ore 21, con “La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo”, scritto e diretto da Lucia Calamaro. Anche se probabilmente non conosciuta, Lucia Calamaro è la migliore scrittrice italiana vivente; o comunque è tra le migliori scrittrici italiane viventi. La ragione per cui il suo nome probabilmente non è familiare è che la Calamaro ha scritto finora solo per il teatro, ed è difficile che i drammaturghi in Italia abbiano un riconoscimento al di fuori degli addetti ai lavori. Con “La vita ferma” Lucia Calamaro sembra essere giunta ad affrontare in maniera diretta il dramma che ha tacitamente accompagnato la scrittura dei suoi lavori precedenti: la morte giunge a palesarsi nell’elaborazione del lutto, in quel momento che non precede, non segue, ma contemporaneamente vive dell’assenza: quando la vita (si) ferma. Un dramma di pensiero, in cui il tempo scivola, corre, si intromette, allunga distanze e rende il presente già ricordo. E in questa discesa, si ritrova la paranoia della parola, atto linguistico che afferma la presenza, a cercare di aggrapparsi morbosamente proprio a quella vita, che non c’è più. “La gestazione de ‘La vita ferma’ – afferma l’autrice – ha avuto in me i tempi faticosi della rivelazione lenta e sommersa. Per arrivare a centrarne il ‘dramma di pensiero’ ho buttato via più materiale di quello che resta, che per me è il punto di concentrazione di un racconto attorno al problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti”. Non la morte dunque, ma i morti, il loro modo di esistere in noi e fuori di noi, la loro frammentata frequentazione interiore e, soprattutto, il rammendo laborioso del loro ricordo sempre così poco fedele a chi non c’è più e così profondamente reinventato da chi invece ancora c’è. Una riflessione aperta sul lutto, la cui elaborazione spesso richiede l’intervento di un racconto, anche di uno piccolo come questo, a sdoganare il diritto di affermare la tragica e radicale insostituibilità di ogni oggetto d’amore perduto, di ogni persona cara scomparsa. Uno spettacolo imperdibile e che coraggiosamente, quale emblema della drammaturgia contemporanea italiana, è inserito all’interno della programmazione del Teatro Comunale di Occhiobello. Biglietti: intero € 13, ridotto € 11 (over 65 e Rete dei Teatri , soci Arci, soci Ferrara Off), ridotto under 30 € 8.
Per maggiori informazioni: 349.8464714 o 0425.766121 info@teatrocomunaleocchiobello.it - www.arkadiis.it
“So che in questo racconto, da qualche parte, abita una riabilitazione più o meno dichiarata di una poetica del pathos. Questo termine soffre oggi di un discredito generale, si elogia l’approccio senza pathos di temi di una gravità impossibile, come se il patetico fosse diventato l’osceno. Io non sono più d’accordo. E fosse anche osceno, ne sento il bisogno. Quest’affetto, il pathos, parente feroce di pietà e compassione è secondo me l’unico capace di incarnare e raccontare i disastri che compongono in parte una vita e la natura scandalosa, e qui sì oscena, del diktat dell’oblio”.
Lucia Calamaro Dall’Uruguay alla Francia fino all’Italia, è una corsa tra due continenti la carriera di Lucia Calamaro, drammaturga, regista e attrice. Nata a Roma, a tredici anni si trasferisce a Montevideo, seguendo il padre diplomatico. Laureata in Arte e Estetica alla Sorbona di Parigi, oltre all’insegnamento presso l’Universidad Catolica de Montevideo, ha preso parte come attrice e regista in molti spettacoli nella stessa città, e poi a Parigi e soprattutto a Roma, dove dagli inizi collabora ed è sostenuta dalla struttura indipendente Rialto Sant’ Ambrogio. Fonda l’associazione Malebolge nel 2003 e attraverso di essa dà corpo alla propria scrittura scenica, allestendo i seguenti spettacoli: nel 2003 “Medea, tracce, di Euripide” (adattamento e regia di Lucia Calamaro) e “Woyzeck” (adattamento e regia di Lucia Calamaro); “Guerra” (scritto e diretto da Lucia Calamaro), nel 2004; “Cattivi maestri” (scritto e diretto da Lucia Calamaro), 2005; “Tumore, uno spettacolo desolato” (scritto e diretto da Lucia Calamaro) nel 2006; “Magick, autobiografia della vergogna” (scritto e diretto da Lucia Calamaro ) nell’ambito del progetto “giovani talenti del Teatro di Roma”, Teatro India, 2008. Nel 2011 realizza lo spettacolo “L’origine del mondo, ritratto di un interno” con cui ha vinto 3 premi UBU tra cui miglior nuovo testo italiano o ricerca drammaturgica. Nel 2012 vince il Premio Enriquez per regia e drammaturgia. Nello stesso anno esce il libro “Il ritorno della Madre”, a cura di Renato Palazzi con Editoria e Spettacolo che raccoglie tre testi: “Tumore, uno spettacolo desolato”, “Magick, autobiografia della vergogna” e “L’Origine del mondo, ritratto di un interno”. Nel 2014 ha debuttato a Roma, al Teatro India, lo spettacolo "Diario del tempo, l'epopea quotidiana", rimasto incompiuto, prodotto dallo Stabile dell’Umbria e dal Teatro di Roma in collaborazione col Teatro Franco Parenti. “La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo”, attualmente in tournée, è la sua ultima creazione. Ha debuttato a settembre 2016 al Festival di Terni, una produzione Stabile della Sardegna, Stabile dell’Umbria, Angelo Mai Occupato in collaborazione con Théâtre National de l’Odeon, Parigi e Teatro di Roma. Lucia Calamaro insegna drammaturgia alla scuola Civica Paolo Grassi di Milano dal 2014.